Concentrarsi sui problemi è fallimentare, ed è spesso l'alibi di chi rifiuta la responsabilità delle cose andate storte. Allora è un continuo avvicendamento di pensieri del tipo: "Come sono sfortunato, capitano tutte a me", e via dicendo su questa frequenza depotenziante.
Insomma si perde tempo a guardare solo ciò che non funziona, a rimuginare sulla propria vita magari non abbastanza felice. Tuttavia in questo modo i problemi restano, anzi ingigantiscono, mentre noi perdiamo sempre più energia, potere e speranza.
Quando un amico parla di qualche difficoltà, a suo dire insormontabile, capita che noi vediamo soluzioni grazie alle quali potrebbe scavalcare un ostacolo, o aggirarlo; spesso però l'amico oppone grande resistenza e tira fuori una lista infinita di motivazioni che argomentano come i nostri suggerimenti non siano adatti a lui. Diventa un vero e proprio muro di gomma. La stessa cosa facciamo noi quando abbiamo un problema e qualcuno ci mostra una possibile soluzione: allora è il nostro turno di trasformare la mente in un muro invalicabile.
Perché questi muri? Perché li alziamo? Perché siamo rigidi, abbiamo idee preconcette su tutto e su noi stessi, siamo guidati da programmi e credenze che non sappiamo nemmeno di avere.
Essere surfisti nella vita significa trovare il coraggio di cambiare; modificare le abitudini, sperimentare nuovi stili di vita prima di sentenziare che certe cose proprio non fanno per noi. La morbidezza, il darsi la possibilità di cambiare opinione, sono alleati preziosi e possono fare la differenza su tutto, possono aprirci nuove e impensabili strade, mostrarci inaspettati orizzonti.
Insegnare ai bambini come affrontare i momenti difficili pensando alle soluzioni e non ai problemi, stimola le loro innate abilità creative, la loro intelligenza e la fiducia, perché si diventa degli inguaribili ottimisti quando si ha la certezza di poter superare qualunque ostacolo. L'ottimismo porta con sé frequenze più alte, che a loro volta attrarranno eventi, sincronicità e situazioni che diventano segnali sulla via da percorrere.
Quindi, quale dono migliore per un figlio se non quello di insegnargli a fare surf tra le acque impetuose della vita?