La resurrezione di Picchio Pistacchio


Picchio Pistacchio quel giorno era muto
perché il suo alberello era stato abbattuto.
Ma il suo cuoricino lanciava un grido
e piangeva in silenzio il perduto nido.
Dentro quell'albero lui era nato
c'era cresciuto e ci aveva abitato.
Era il rifugio nei giorni di vento,
l'asciutto riparo da piogge d'argento,
l'approdo sicuro d'inverno e d'estate
dal quale sbirciava stupende stellate,
e i raggi del sole di primo mattino
e lo sbocciare di un biancospino.

Volava triste quel giorno di maggio
senza speranza e senza coraggio.
Poi ecco a un tratto, come d'incanto
apparve un uccello proprio al suo fianco.
Era il sapiente, vecchio Giovanni,
un saggio rapace, un barbagianni.

«Non darti pena, mio caro amico,
e ascolta bene ciò che ti dico:
i bei ricordi sono il passato,
giorni perduti di ciò che è stato.
Se temi il futuro ancora t'inganni
perché non esiste!» affermò il barbagianni.
«Vivi il mattino, la notte, il presente,
non angustiarti per ciò che è assente.
Vivi adesso, assapora il tuo viaggio
godi d'esistere, disse il saggio.
La vera casa è dentro il tuo cuore
perciò tu non devi avere timore.
Il vero rifugio è solo in te stesso,
la vera gioia è nel vivere adesso.
Hai già una dimora ed è un castello,
tra tutti i nidi davvero il più bello.
Un ricco palazzo che l'occhio non vede
perché per vederlo ci vuole la fede.
Fede in te stesso e nella tua forza
un caldo fuoco che niente smorza».



A quelle parole fu come magia:
la pena del picchio sparì, volò via!
Disse, colmo di tenerezza:
«Grazie Giovanni, quanta saggezza!»
Poi, liberato dalla tristezza
volò assaporando del vento la brezza.
Dormì sotto il cielo di notte blu scuro
e mai si era tanto sentito al sicuro!
Casa era il cielo e le stelle a frotte
in quella stupenda, magica notte.
La sua casa era ovunque, ora sapeva,
una casa era ovunque lui la vedeva.


Picchio Pistacchio trovò un nido nuovo
accanto a un fiorito cespuglio di rovo.
Tuttavia già sentiva che l'avventura
poteva condurlo a una nuova radura,
a un nuovo bosco, a un nuovo fato.
Chissà quanti nidi avrebbe abitato!






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Leggere le fiabe ai bambini




È necessario offrire ai bambini la conoscenza delle leggi del cielo, prima che abbia il sopravvento una distorta visione del mondo.
Quest'ultima è il male, inteso non come demonio ma come tutta quella serie di false credenze che rendono l'essere umano uno schiavo quando, al contrario, nasce per essere un re.
Il male è l'ignoranza, cioè non sapere come funziona il microcosmo uomo nel macrocosmo universo. Male è la mancanza di fiducia in noi stessi, il vivere senza sapere quale missione abbiamo, quale grandezza potremmo raggiungere.
Male è la menzogna dei nostri presunti limiti, è ogni pensiero depotenziante che ci attraversa la mente.
Il bene si distingue dal male perché è verità, e la verità è sempre rivolta al bene.
Insegnare ai piccoli le leggi del cielo significa far loro il grande dono della verità del bene e renderli uomini liberi. La spiritualità non è religione né soltanto misticismo.
In realtà è un insieme di istruzioni pratiche.
 Queste istruzioni sono il cuore e il motivo delle fiabe che scrivo, delle quali, pur essendo artefice, sono anche allieva.

Grazia Catelli Siscar

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Il magico volo della vita



Un giorno una farfalla stupendamente bella
vide una cavalla con finimenti e sella.
A mo’ di cavaliere volò sulla sua groppa
e dritta sul sedere urlò: «Dai su, galoppa!»
Chiese la giumenta, un po’ disorientata:
«Qualcosa ti tormenta? Sei forse spaventata?»
«Non voglio consumare le mie ali d’argento
nel troppo svolazzare di qua e di là nel vento!»
Poi, aggiunse ancora la farfalla vanitosa:
«L’acqua mi scolora se svolazzo senza posa!»
«Questa è proprio bella!» Nitrì la vecchia equina.
«Monti la mia sella inutilmente, che sciocchina!
Il vento fa l’amore mentre lieve ti accarezza,
hai così timore di provarne la dolcezza?
Pensa alla rugiada come perle di un forziere
posate sulla strada da un esperto gioielliere,
a nostro padre Sole che fa crescere foreste
a nostra madre Luna quando di magia le veste.
Ammirare il mare dai selvaggi scogli infranto,
assaporare l’aria della schiuma nello schianto,
sfrecciare su una vetta inesplorata, a te soltanto,
 a te che puoi volare è riservato questo incanto!
Illimitati cieli azzurri scendere e salire,
raccogliere i sussurri delle stelle all’imbrunire,
coi raggi del mattino e con le ombre della sera,
puoi fare nascondino mentre attendi primavera.

*Continua a leggere la filastrocca sul blog della Casa Editrice Anima.Tv

http://anima.tv/graziacatelli/2015/03/06/03-il-magico-volo-della-vita/

Leggere fiabe ai bambini



Creare magia per i nostri bambini significa partecipare al loro mondo stupefacente.
Penso alla bellezza di un momento, una sera, con candele accese intorno, forse qualche bastoncino d'incenso a inebriare l'aria, e un libro di favole, la calda voce narrante della mamma, del papà, del nonno, o di una tenera bambinaia...

Un tempo incantato che resterà per sempre nella memoria come gemma preziosa, come ricordo d'infanzia tra i più belli, capace di generare fiumi di fantasia e creatività.

Le menti dei bambini sono praterie sconfinate, e cieli infiniti e oceani immensi.
Possiamo donare pennelli e colori affinché dipingano la vita secondo il loro più profondo sentire. Sapranno materializzare una realtà di bellezza senza limiti, e non conosceranno limiti.