L'Amicizia, il paradiso e l'avventura della Felicità - Puntata 6




«È giunta la tua ora» disse la Creatrice abbagliante.
«Ma prima di andare ho un segreto importante.
Lo rivelai a Fiabèl il dì della partenza,
Io dono a tutti i figli questa conoscenza.
Figli gloriosi colmi di fede e onore,
degni di ricevere il mio infinito Amore.

Hanno speranza, altruismo e coraggio
tanto da decidere un difficile passaggio.
Vanno a regalare un po' di Luce sulla Terra
per lenire i mali e fermare qualche guerra.
Rinunciano alle ali e a vivere contenti,
per poi tornare a casa ancora più splendenti.

Come tuttavia a tuo fratello è capitato,
presto anche tu avrai dimenticato
la tua vera missione, l'impulso reale intendo,
che non è salvare Fiabèl da un destino tremendo».

Ramaèl guardò la Creatrice un po' stupito,
era quasi certo di non avere ben capito!


La Creatrice sussurrando riprese a dire,
mentre una rosa bianca faceva fiorire:
«Avrai la tua missione quando sarai incarnato,
il vero desiderio che ti legherà all'umano fato,
così forte, profondissimo e accorato,
che vive dentro te da quando ti ho creato!»

«La mia missione?» Ramaèl era meravigliato!

«Mio celeste figlio, la saggezza che possiedi,
l'intelligenza rara e i tuoi magnifici rimedi,
sono preziosi doni che da sempre vuoi donare,
e del terrestre mondo le pene sollevare.
Doni preziosi per l'umanità che soffre,
e chi meglio di te le soluzioni offre?


Questo è il desiderio della tua discesa,
il vero anelito e la tua vera impresa
da generosa, forte, umana creatura,
come lo è per Fiabèl la sua letteratura.
Tu vuoi dare agli uomini coscienza e guarigione,
Fiabèl ai bambini una divina istruzione.

Ramaèl ascoltò sinceramente il proprio cuore:
come sempre era nel giusto, la Signora Creatore!

«Non avrai memoria, scorderai la verità,
vagherai perduto nell'oscura oscurità.
Ciò sarà motivo di grande smarrimento,
di abbandono, di stanchezza e di tormento.

«Prostrato, al culmine dell'abbattimento,
quando l'Anima tua urlerà forte il suo lamento
per farti ricordare, ma tu resterai sordo
e non affiorerà ancora alcun ricordo,
ferma il rumore del mondo e smetti di fuggire,
raggiungi una spiaggia solitaria all'imbrunire,
poco prima che il sole vada a dormire.

«Guarda il tramonto che incendia tutto l'orizzonte,
brucia te stesso, annullati come goccia in una fonte,
come il mare cancella sulla sabbia le impronte.
E mentre le onde culleranno i tuoi pensieri,
e il blu della notte brillerà di misteri,
quello sarà il sublime, magico istante
in cui riconoscerai nel cuore il tuo diamante.


«Aprendo il cuore, e questo è il segreto,
il diamante diverrà come un magico amuleto.
Emetterà una luce brillante come un sole,
e su quel raggio ti invierò le mie Parole.
Udirai solo un sussurro che attraverserà le porte,
le sette soglie tra la vita e la morte.

«Ma basterà per indicare il tuo cammino,
a ogni passo ti guiderò come un bambino.
Mai ti abbandonerò, figlio voluto e amato,
come nessun figlio ho mai abbandonato.
Qualunque strada scelga nella gioia o nel pianto,
con infinito Amore sempre ti sarò accanto!»

Ramaèl vacillò per un momento a quel discorso.
Doveva essere pazzo e aveva già rimorso.
Come poteva rinunciare a tanto Amore?
Eppure era più forte la spinta del suo cuore.

Nel frattempo un Arcangelo e un Angelo Custode
stavano arrivando e cantavano una lode.
Si chiamava Samuèl il Custode assegnato
e non veniva scelto per un caso fortunato.
Del Custode di Angelica era amico fidato,
che si chiamava Lallaèl, come vi ho raccontato.

Che grande onore per lui quella missione!
Lavorare insieme a Lallèl poi, una benedizione!
Ma li aspettavano momenti complicati:
custodire due Angeli che si erano incarnati!
Dovevano inoltre anche molto tribolare
perché i loro protetti si potessero incontrare.

Accompagnato dalle belle, luminose Creature,
Ramaèl corse nel tunnel dalle sette sfumature.
Il tunnel bianco, poi viola e blu brillante,
che divenne verde, giallo e arancio cangiante.


Fino al buio nero e a quella fredda luce
che dal grembo umano alla vita conduce.
Senza grido alcuno ma con teneri vagiti
nacque una bellezza da lasciar tutti allibiti!
Con occhi di cerbiatta e riccioli ramati
in un battibaleno aveva tutti conquistati!

La chiamarono Celeste e c'era un buon motivo:
il sogno ricorrente di un azzurro cielo estivo.
Un cielo tanto azzurro da sembrare il Paradiso
sognava la sua mamma, e quel nome fu deciso!

(Continua)