Una stellina rosa, nel buio della notte
vide una bambina con le ossicina rotte.
Vide che guardava, con occhi spalancati,
molto spaventata milioni di soldati.
Era lontanissima la rosea stellina,
eppure udiva il pianto della piccolina.
E al pianto disperato di quella creatura
si univano i lamenti di tutta la natura.
Insieme alle grida e al pianto della terra
si univano i singhiozzi di ogni bimbo in guerra.
Guardò la luna in faccia e chiese con mestizia
il vero motivo di una simile ingiustizia.
Chiese perché gli uomini d'ogni colore
avevano scordato di possedere un cuore.
E chiese alla luna che ascoltava rattristata
quando la follia nella gente fosse nata.
Chiese come può un uomo ben dormire
se nel mondo un bimbo di fame va a morire?
La luna rispose alla triste stella:
«Forse non lo sai, ma c'è una cosa bella.
Quando incontro il sole nel rosso firmamento
è per ogni uomo un magico momento.
Dunque posso chiedere all'astro più brillante
un'intercessione del nostro Comandante.
Colui che ci ha creati può fermare il tempo
proprio nell'istante di quel magico momento.
Allora ogni uomo volgerà lo sguardo al cielo
e da tutti gli occhi finalmente cadrà il velo.
Vedranno la bellezza del mondo ereditato
che va distruggendo ogni singolo soldato.
Infine questa razza saprà che la sue sorti
dipendono da bimbi gioiosi, sani e forti».
A quelle parole la tenera stellina
brillò luminosissima fino alla mattina.
Il pianto disperato che di notte aveva udito
sembrava cessato, pareva finito.
La luna aveva forse di già incontrato il sole
e gli aveva forse detto tutte le parole?
Aveva il Creatore accolto la preghiera?
Ogni cosa buona credendoci si avvera!