L'Amicizia, il Paradiso e l'avventura della Felicità - Puntata 2


Questa volta si trattava di un anziano professore.
Ramaèl volò su un banco, Fiabèl sulla lavagna
e ascoltarono insegnare l'impettito precettore.

Non passò nemmeno un'ora di lezione, ma che lagna!
La noia più mortale, non ci fu niente da fare,
colpì tutta la classe che si mise a sbadigliare!
«Hai messo nella lista un noiosissimo insegnante!»
brontolava Ramaèl sbalordito e petulante.
C'era una ragione in quelle scelte stravaganti?
Sì, e al nostro Fiabèl sembravano importanti!

«Possiede qualità che per me sono preziose:
più degli altri umani conosce molte cose,
e non si arrende mai se un alunno e un po' zuccone,
dice sempre che si tratta di una stupida opinione.
Quindi spiega, non ci molla, spiega spiega e ci riprova,
fino a quando lo studente impara ogni nozione nuova!
Ma il primo requisito è avere molta fantasia,
io devo suggerire delle fiabe la poesia
dove logica e intelletto vanno nel congelatore,
così è l'Anima che pensa e si risveglia al suo splendore!»

Ramaèl, pronto a partire, lasciò un dono all'insegnante:
ciò che solo gli mancava per far bene il suo mestiere.
In quel modo il professore conquistò in un solo istante
la bella parlantina del perfetto romanziere.
Diventarono eccitanti anche scienze e geometria,
filosofia e latino quasi storie di magia!

Gli aveva fatto il dono di una limpida oratoria,
e come per magia gli alunni amarono la storia,
poi non ci crederete, amarono grammatica
e quasi diventarono dei geni in matematica!
Svegliati all'improvviso dalla noia e dal torpore,
iniziarono a imparare con la gioia e con ardore!

Il terzo candidato era solo un ragazzino,
ma dotato di una rara e strabiliante fantasia.
Dentro la sua stanza, con il telefonino,
parlava ai suoi  amici di serate in birreria.
Quando entrò la mamma per portargli da mangiare,
lui prese in mano un libro e finse di studiare.
Il compito di scuola che gli avevano assegnato
giaceva abbandonato in un angolo per terra,
con tanti scarabocchi e malamente stropicciato
che pareva quasi se ne fosse andato in guerra!


Bastò una sola occhiata ai soldatini premurosi
per leggere sul foglio tanti errori scandalosi
con i quali aveva scritto dei concetti eccezionali.
Scossero sbuffando le luminose ali:
pigrissimo, bugiardo e privo di passione,
non era all'altezza delle fiabe spirituali
non la meritava quella gran benedizione!

Lasciarono la casa ed erano già in volo
quando si accorsero di una dimenticanza:
dare il contributo dell'Angelica Alleanza!
Detta in questo modo pare cosa molto strana,
ma è solo un vecchio patto tra Cielo e razza umana:
se l'uomo chiede aiuto e accetta tutti i doni,
gli Angeli ricevono ambite promozioni!

Fiabèl scagliò un dardo luminoso e incandescente,
fatto di pazienza e ferrea volontà di mente.
Allora il ragazzino prese il compito di scuola
e cominciò a correggere pian piano ogni parola:
un desiderio nuovo lo guidava alla scrittura
d'ortografia perfetta e notevole bravura.
Ramaèl soffiò invece il senso di vergogna,
e lui sentì il bisogno di parlare alla sua mamma:
«Perdonami mammina, ho detto una menzogna,
a volte studiare mi sembra una condanna».

Nemmeno in quello strano desiderio di franchezza
vedeva l'operato dell'Angelica saggezza.
Ma una gioia mai provata colmò tutta l'atmosfera
e decise di impegnarsi nello studio fino a sera.

Sfrecciarono nel blu dopo il loro buon lavoro,
Angioletti a propulsione con un carburante d'oro.
Le brillanti evoluzioni e quei canti celestiali
riempivano aria e cielo di note originali.


Oltre l'ultima galassia soggiornava il Creatore
e creava nuove vite tutto assorto nell'intento
di bizzarri esperimenti ma con infinito Amore,
come quello molto strano con i petali d'argento
mezzo fiore e mezzo insetto battezzato Farfalfiore.

Il fragore scintillante si spingeva fino a Lui
perché un Angelo rischiara pure gli angoli più bui.
E mentre pasticciava con la creta fra le mani,
sorridente rifletteva sui suoi Angeli lontani:
«Chi lo sa cosa combinano quei matti un po' bricconi,
sono sempre così allegri quando fanno le missioni!»
In realtà sapeva tutto ma era molto spiritoso,
e guardava il Farfalfiore soddisfatto e anche orgoglioso!

Arrivata trepidante al quarto nome della lista,
la coppia di Angioletti divenne pessimista.
La persona valutata era un essere speciale,
una cara vecchia nonna di bravura eccezionale.
Sapeva mille fiabe, o forse dei milioni,
conosceva la magia di unicorni, fate e draghi.
Tutti quanti i nipotini di ben tre generazioni
eran cresciuti forti credendosi dei maghi.


Cosa c'è che non andava dunque in quella brava nonna?
C'è che aveva cento anni quella dolce e cara donna!
Oramai la sua esistenza stava proprio terminando,
e la voce delle stelle la stava richiamando,
per portarla verso il grembo celestiale di lì a poco,
verso la divina casa dell'ultimo trasloco.

La donna sonnecchiava quieta accanto al focolare.
«Lei era perfetta... mi vien voglia di frignare!»
Fiabèl sconsolato non se ne voleva andare.
Ramaèl si librò in volo trascinando il suo amichetto,
e con una folgore alla vecchia bucò il petto.
«Adesso trenta giorni di vita in più possiede,
giusto il tempo per la nascita dell'ultimo suo erede».
Ci teneva immensamente a benedire suo nipote,
come sempre aveva fatto, come una divina dote.

Era tempo di cercare adesso il quinto candidato,
e stavolta era una mamma di due splendide creature.
Lei scriveva belle fiabe dallo stile raffinato
e pregava nella notte contro tutte le sventure.
Soprattutto quelle tristi per i bimbi della Terra
per lenire le brutture dove al mondo c'è la guerra.


Fiabèl stava esultando ma qualcosa era sbagliato:
il cipiglio dell'amico gli annunciava un contrattempo.
Le indagò quindi nel cuore veramente preoccupato.
Ramaèl gli disse ancora: «Ascolta il flebile lamento».
E così vide gli oceani di tristezza e di sgomento
nonostante tutti i doni del Divino Firmamento.
Era proprio un brutto affare, che altro dire? Un brutto affare!
Ora ai nostri amici non restava che pregare.
«Lei capisce bene delle fiabe l'eleganza,
eppure, con un cuore che ha perduto la speranza,
non potrà sentirne mai la mistica importanza!»

Le celesti Creature, prima di volare via,
intrecciarono le mani per lanciare una magia:
era un raggio luminoso per il cuore della mamma
che soltanto a forze unite si poteva riscaldare.
Ci vogliono due Angeli a riaccendere la fiamma
ma talvolta anche gli umani questa cosa la san fare.

Quando fu di nuovo sola alzò gli occhi al cielo nero,
si sentiva così bene ora la donna, che mistero!
Mille chili di tristezza soffiò via in un momento,
provò un'estasi di gioia, dopo tanto, tanto tempo.
E vedeva tante stelle, luminose, grandi e belle!

«Sarà forse quello giusto?» si chiedevano volando
i due Angeli in missione verso il sesto esaminando.
Si trattava di un brav'uomo che faceva il contadino,
inventore quasi genio e anche artista sopraffino.
Era poi un dolce padre e durante i bei tramonti
inventava oltre agli oggetti dei fantastici racconti!

Già esultava Fiabèl quando ahimè fu evidente
che quell'uomo combinava una cosa sconveniente:
bevve tutta una bottiglia nascosta in magazzino
e l'odore che emanava era di sicuro vino!
Ramaèl guardò eloquente Fiabèl col capo chino;
non era necessario che parlasse in quel momento,
ma non si trattenne e disse prima di scoppiare:
«Una lista più bizzarra non potevi compilare,
non so proprio cosa dire, sono attonito e sgomento!»


«Non è facile trovare una bravura eccezionale,
la magia, la fantasia e l'equilibrio emozionale,
tutte insieme queste cose dentro il cuore di un umano!»
Fiabèl aprì le ali: «Non ho colpa, il mondo è strano!»

«Cosa c'è che non funziona? Dai guardiamolo un po' dentro».
Fu così che gli scoprirono il motivo del tormento:
c'era un sacco di tristezza per i sogni abbandonati,
chiusi a chiave in un cassetto oramai da troppo tempo.
Tuttavia sono immortali i bei sogni accantonati,
non possono morire anche se li credi errori,
oppure ti ubriachi per tenerli addormentati:
prima o poi loro si destano e allora son dolori!

Dopo aver bevuto a collo proprio tutta la fiaschetta,
l'uomo si appostò alla guida della sua vettura.
Se questo non bastasse, aveva pure fretta,
portava i figli a scuola con gran disinvoltura!

Senza alcun bisogno di parlare e consultarsi,
Ramaèl e Fiabèl decisero il da farsi.
Fiabèl sterzò il volante così diede una virata
e l'auto saltellò come guidata da un pirata.
Ramaèl deviò l'impatto con un volo impressionante,
prima che colpisse un palo in modo devastante.
La macchina atterrò di peso con un gran fragore,
e il cuore di quell'uomo si fermò per il terrore.

Con la testa dolorante, che miracolosa impresa,
scese incredulo e tremante dalla sua vettura illesa!
I bimbi erano salvi, solo questo era importante.
Dormivano beati dentro un sonno assai pesante:
i previdenti Angeli li avevano cullati
e tra le loro ali sognavano beati.

«Dio perdonami ti prego, non berrò mai più, prometto!»
disse l'uomo e non sapeva che giurava al Suo cospetto,
perché gli Angeli soldati sono la Sua Commissione, 
che vigila e dispensa la una immensa Compassione. 

Arrivò a casa sconvolto dopo la grande testata,
continuava a rivedere la sciagura scongiurata!
Mise a letto molto i presto i suoi bambini dopo cena,
raccontò loro una fiaba ma provava una gran pena.
Anche lui si addormentò, stretto all'adorata sposa,
che sempre lo abbracciava nella notte, premurosa.
Sentire il ticchettio del suo cuore innamorato,
negli anni ogni dolore gli aveva consolato.


Ma si svegliò di botto in quella strana lunga notte,
dopo che nei sogni aveva fatto mille lotte.
Allora andò a cercare un'antica scrivania
ch'era su in soffitta mezza rotta e impolverata.
Ancora nel cassetto, dietro una scansia,
c'erano i progetti di una vita mai iniziata.
C'erano i disegni, gli schemi, la sua arte,
insomma le invenzioni che lui sapeva fare.
Passò tutta la notte in mezzo a quelle carte,
e sogno dopo sogno ricominciò a sperare.

(Continua)


L'Amicizia, il Paradiso e l'avventura della Felicità - Puntata 1





Quel giorno in paradiso c'era un poco di rumore
e sempre in ogni giorno dall'inizio del creato
a compiere missioni decise dal Signore,
l'esercito degli Angeli era tutto affaccendato.

Arcangeli gagliardi, comandanti regali,
eseguivano gli ordini dei vice-generali,
prodigiosi Cherubini e Serafini a molte ali,
per poi istruire gli Angeli, soldati ordinari,
secondo gerarchie da sistemi militari.

Obbedienza era la prima delle leggi del sistema,
e dall'alto graduato fino all'ultimo Custode,
la rispettavan tutti senza mai darsene pena.
La seconda era il Servizio, un servizio con la lode!
Vuole dire far girare all'Universo le rotelle.
perché voli una farfalla oppure brillino le stelle.

Pur di numero infinito quelle creature alate,
c'era un ordine perfetto nel celeste Paradiso:
mai nessuno intraprendeva iniziative scellerate,
e ciascuno, che sapeva cosa fare di preciso,
lavorava molte ore, però liete e spensierate,

Raccontavo che in quel giorno c'era il solito fermento,
mille e mille attività nel Divino Firmamento,

In un angolo sperduto del grandioso Paradiso
acquattato un Angioletto se ne stava tuttavia,
e con aria pensierosa dipinta sul suo viso
sospirava solitario colmo di malinconia.



Ramaèl che non lo aveva proprio visto da un bel po',
e da ore lo cercava dappertutto disperato,
in quell'angolo appartato finalmente lo avvistò.
Lentamente per rispetto, con il suo volo aggraziato,
sorridendo luminoso e lieve accanto gli planò.

Ramaèl e Fiabèl erano Angeli soldato,
amici fratellini da quel magico momento,
un momento cominciato
quando è cominciato il tempo.
Arricchivano l'un l'altro con diverse abilità
e operare nella gioia li rendeva più efficienti.
Sempre ridere e godere della gran complicità
ne faceva due Angioletti seriamente intelligenti!

Ramaèl vide all'istante la tristezza fratello,
la gioiosità degli Angeli non è cosa fugace,
Si chiese quale fosse il suo terribile fardello,
perché sono sempre allegri, non conoscono che pace!

«Cosa accade?» domandò, nascondendo il suo dolore,
già sentiva quello stesso dispiacere dentro il cuore.
perché in cielo come in terra tutto quanto è collegato:
la matrice di ogni cosa è la stessa nel Creato!

Fiabèl disse sconsolato, continuando a sospirare:
«Tu lo sai cosa mi piace: amo scrivere novelle,
ma vorrei anche qualcuno cui poterle raccontare!»



«Hei, puoi raccontarle a me, io lo so che sono belle!
Dai fratello, sono pronto, tutto orecchie ad ascoltare!»

«Tu sai leggere il pensiero adorato fratellino,
e sapresti già la fine dall'inizio di ogni storia!»
La mente gli ronzava come fosse un arrotino
a Ramaèl che zittì dentro una pausa obbligatoria,

«Ecco qui la soluzione!» saltellando esclamò poi.
«Fingerò di non sapere, di sapere solo un poco,
farò finta per davvero, ci proviamo se lo vuoi!»
«Non è affatto divertente se saprò che fai per gioco!»

A quel punto ormai sembrava non ci fosse soluzione,
tuttavia lo sanno tutti quanto Ramaèl fosse tosto.
Risolvere un problema gli donava eccitazione,
quindi mai si rassegnava, ci provava ad ogni costo!

Continuò così a pensare con la mente concentrata,
nonostante il coccodè di mamma chioccia spaventata
perché ancora non si apriva un uovo della sua nidiata.
Già da ore becchettava disperato Zenzerino,
per sgusciare dal suo guscio, quel povero pulcino!

Pensa, pensa, e pensa ancora, venne quasi folgorato
da una bella soluzione a un problema complicato.
«Suggerisci le tue fiabe a un umano luminoso,
che sia tenero di cuore e di Spirito armonioso.
Avrà cura di narrarle ai bambini di laggiù,
dalla Russia fino al Congo e fino ai monti del Perù,
ai bambini del pianeta della tanto amata Terra,
dell'Australia o dell'Italia, dalla Cina a Gibilterra!»



«Wow che idea meravigliosa, tu sai sempre cosa fare!»
Ora Fiabèl saltellava colmo di felicità.
Quella sì era una trovata degna da sperimentare,
degna del suo saggio amico e della sua genialità!

Come sempre si conviene, ci voleva un piano astuto
per organizzare bene un viaggio tanto sconosciuto,
ma se Ramaèl dava aiuto con la sua grande saggezza,
in qualunque azione folle il successo era certezza!

Ramaèl intanto accorse dalla chioccia disperata
che covava l'uovo chiuso della sua bella nidiata.
Il grosso babbo gallo dal potente becco giallo,
sembrava un maresciallo che chiamava un po' arrabbiato
e l'Angelo temeva anche di essere beccato!
Dopo un po' tornò felice dal suo ultimo mandato,
perché il tenero pulcino era finalmente nato.



Fiabèl era impegnato a compilare silenzioso
un elenco di nomi molto lungo e laborioso.
In angelico grafismo, che per noi umani è strano,
e con bell'inchiostro d'oro che brillava da lontano,
la lunga pergamena conteneva tutti i resti
dei candidati scelti tra milioni di terrestri.
Solo uno avrebbe poi avuto fiabe come ali,
scelto ancora non sappiamo con che arcane credenziali.

«Se non vieni insieme a me è un'impresa disperata!
Come al solito ho bisogno della tua praticità,
di quella tua saggezza profonda e meditata,
quel tuo fiuto eccezionale per la vera verità».

Ramaèl rispose: «Sì» sonoro come un campanello.
Non aveva mai negato un aiuto a suo fratello.
Oltretutto quell'impresa di viaggiare tra la gente
gli sembrava originale e anche molto divertente.

Dall'angolo sperduto del celeste Paradiso,
dove si erano appartati soli soli a complottare,
partirono per dire cosa avevano deciso
al Gran Capo Creatore, e Lo andarono a cercare.

Il Sovrano fu benevolo e promosse la missione
ma guardandolo negli occhi si vedeva un ché di affranto,
perché sì, c'era un sorriso dentro quella Sua espressione,
tuttavia a guardare bene si vendeva un po' di pianto.
Gli Angeli notarono l'insolito Suo fare,
ma il Capo mai nessuno aveva osato interrogare!

Il Sovrano non lo disse mai di cosa si trattava
tuttavia sapeva bene cosa stava succedendo:
era il libero arbitrio che si manifestava,
e dentro Fiabèl stava proprio dirompendo.
Il libero arbitrio è come scendere in picchiata,
poi risalire in alto, poi giù fino all'asfalto,
rischiando troppo spesso una caduta accidentata.
E' insomma un folle volo ma farà volare in alto.

Se Fiabèl rinunciava alla solita obbedienza,
poteva realizzare un desiderio personale.
al quale lui da sempre aveva fatto resistenza.
Qualcosa di magnifico, di proprio eccezionale.
Lo dico ch'è importante, lo dico per inciso,
il fatto più di tutti veramente sorprendente
è che non succede tutto questo in Paradiso,
ma succede all'uomo perché lui è differente!


Benedetti dal Sovrano, e tanto emozionati,
verso il mondo umano partirono i soldati.
Ecco la dimora di quel primo candidato
profumata di cibo e scoppiettante d'allegria:
la mamma cucinava con amore un buon brasato,
e il padre leggeva sul divano in apatia.
La prole sembrava un equipaggio ammutinato,
che correva e schiamazzava in libera anarchia.

Ramaèl e Fiabèl ammirarono estasiati
le tre piccole pesti che giocavano ai pirati.
Tuttavia fu presto chiaro che qualcosa non andava.
Il padre stanco morto sul divano sonnecchiava:
non si curava affatto delle proprie creature!
Durante tutto il giorno duramente lavorava,
così la sera proprio non voleva seccature!

«Non va bene, che disgrazia» Fiabèl era sconsolato,
gli piaceva quell'umano che credeva alla magia,
quindi cancellò il suo nome dalla lista addolorato.
Inventava grandi storie con immensa fantasia,
ma com'era da bambino se lo era già scordato.

Prima di partire, Ramaèl lasciò il suo dono:
una soffice carezza ma potente come un tuono!
Il piumato, lieve tocco fu più forte di un cannone:
regalò a quell'uomo stanco la potenza di un leone!

Alzò gli occhi dal giornale che leggeva sul divano,
amò tanto quel rumore delle pentole lontano,
e fu grato per la cena che la moglie aveva cotto.
Poi guardò con meraviglia quei bimbetti nel salotto,
i suoi figli impertinenti che cercavano un biscotto.

Fu così che si alzò lesto dal divano sorridendo,
li invitò a salirgli in groppa e poi corse via ruggendo.
Tra i lazzi e gli schiamazzi la serata fu speciale
quando venne anche la mamma con la cena celestiale.


Partirono felici gli Angioletti da quel posto
per volare dal secondo candidato di nascosto.

(Continua)



L'Amicizia, il Paradiso e l'avventura della Felicità

"L'Amicizia, il Paradiso e l'avventura della Felicità" è una favola in otto puntate che narra la storia di una grande amicizia. Un'amicizia che attraversa il tempo e lo spazio, perché quando i cuori sono allacciati in questo profondo sentimento, il legame che si crea è indissolubile.

L'amicizia è un solvente che smacchia il dolore dell'esistenza, è un fuoco che scalda il freddo della solitudine, un bene che che regala il riso più gioioso, cura le ferite e risolleva dalle cadute.

L'amico è un dono prezioso, è un Angelo terreno che ha riconosciuto la nostra divinità.

Dedico questa favola alle mie più care amiche, i miei Angeli bellissimi e splendenti. La loro Luce ha rischiarato il mio cammino e ha reso migliore la mia vita.

E la dedico a tutti coloro i quali possiedono il tesoro di un vero, grande amico. L'amicizia è un albero che dà frutti in terra e ha radici in Paradiso.

Grazia Catelli Siscar



Un estratto dal romanzo "I viaggi di Timoteo"



Guardò fuori dalla finestra e volò via.
Galleggiando nell'aria tersa, non provava alcuna sensazione di freddo, anche se ormai era notte fonda.
Anzi si sentiva benissimo.
Sotto di lui la città addormentata mostrava uno spettacolo stupefacente: migliaia di corde d'argento uscivano dai camini, dalle finestre, dai tetti, tenendo sospesi come palloni di fumo altrettanti «corpi sottili» di gente addormentata.
Nessuno di loro sembrava cosciente.
Invece Tim viaggiava in quello stato perfettamente sveglio.
E non solo poteva spostarsi rapido come un pensiero,
anche la sua vista era dotata di poteri eccezionali.
Riusciva a distinguere nei colori tonalità prima sconosciute.
Tutto, così, era infinitamente più bello.
«Vorrei vedere i colori del giorno in un luogo della Terra dove ora splende il sole».
Lo spostamento fu immediato.
Si ritrovò sopra a un deserto esteso a perdita d'occhio che pareva un oceano d'oro, perché la sabbia brillava come tale e il sole era una gigantesca palla di fuoco che irradiava i suoi raggi come un immenso caleidoscopio.
La luce era di un'intensità indescrivibile, lo spettacolo una meraviglia senza pari.
Liberi dalla pesantezza e dai limiti del corpo, gli occhi di Tim potevano osservare il creato nella sua qualità reale, la perfezione.
Volò via rapidissimo.
Accelerò attraverso lo spazio a una tale velocità da creare un vortice luminoso, una specie di tunnel dentro al quale viaggiò per un istante o forse per l'eternità.
Il tempo non esisteva più come lui lo conosceva.
Non era un'ordinata sequenza di momenti posti in successione l'uno all'altro.
Semplicemente, tutto esisteva nello stesso, medesimo istante.
Passato, presente e futuro erano contemporanei.
Alla fine del tunnel si ritrovò in un'altra galassia.
La piccola Terra era talmente lontana che una mente umana non sarebbe stata in grado di calcolarne la distanza.
Tutto intorno brillavano nuove stelle e nuovi pianeti.
Il silenzio era assoluto.
Da quel profondo e sconosciuto silenzio nacque un suono lontano, un'eco di sublime bellezza quale Tim non aveva mai udito e lui non sapeva spiegarsi perché ma sapeva con certezza che quello era il canto dei mondi. La nota di una celestiale armonia vibrava, dando l'ordine di una nuova creazione.
Conobbe così come, nell'universo, nasce ogni forma di vita.
Sperimentò la sensazione di essere parte di tutto.
Era un uccello, era sabbia e vento, era il calore del sole e l'acqua del mare.
Aveva l'assoluta certezza di essere un frammento della stessa energia che dà origine a tutte le creature, la scintilla scaturita da un'unica fiamma, una goccia sprizzata dalla medesima, prodigiosa, fonte d'amore.
Il suo cuore si colmò di una compassione travolgente.

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__i-viaggi-di-timoteo-libro.php?pn=3939

http://nonsoloanima.tv/cat-iframe/?redirect=%2Flibri%2F__i-viaggi-di-timoteo.php

Presentazione romanzo: I viaggi di Timoteo - incontri con l'Angelo e altre creature straordinarie-


Data Inizio: 18 maggio 2014
Data Fine: 18 maggio 2014
Ora: 17:30 - 19:00
A cura di:
Grazia Catelli Siscar
EVENTO GRATUITO
Location: Libreria Esoterica
Indirizzo: Galleria Unione, 1
Milano, Italia
20122

"I viaggi di Timoteo" (Incontri con l'Angelo e altre creature straordinarie)
é una favola per bambini e ragazzi che narra i viaggi visionari del piccolo Tim, un racconto di amicizia, coraggio, fede e amore.
Timoteo, sei anni, ultimo erede di una particolarissima famiglia, vive in un'antica dimora architettata dal misterioso trisavolo scomparso, ricca di congegni sofisticati e passaggi segreti, al tempo stesso fatata e custode di oggetti  arcani.
 Da qui, e dalla curiosità circa il significato di una vecchia leggenda, inizia la sua straordinaria avventura, condivisa con Socrate, l'orso di pezza, saggio amico parlante.
Nelle magiche escursioni, che affronta con coraggio e a volte a rischio della vita, incontra esseri di lontani pianeti e di universi paralleli, dove impara nuovi e stupefacenti modi di comunicare amore e di pregare; scopre la bellezza e l'origine comune della vita, l'immenso potere del suono, la straordinaria forza creatrice del pensiero, la potenza taumaturgica della fede; si ritrova coinvolto in una lotta tra il bene e il male; affronta e vince la paura della solitudine, dell'ignoto, della diversità e l'illusoria minaccia dei mostri creati dalla mente umana.
Grazie ai poteri di un cristallo maestro, dentro il quale vede le sue vite passate, potrà recuperare frammenti di lezioni apprese e ricostruire il percorso di un'armonica struttura evolutiva.
Il viaggio attraverso altri mondi e altre dimensioni, dentro la rete del creato che tutto unisce e che dissolve i confini dello spazio e del tempo, è sostenuto dalla presenza amorevole di un Angelo, sua celeste eterna guida, e dalla voce di Socrate, che scoprirà essere la voce del suo autentico Io.
Mentre raccoglie la conoscenza di leggi eterne, Tim comprende di averle incise nell'anima dai tempi della sua origine, quale divina eredità e scopre che il percorso alla ricerca del paradiso circumnaviga l'intera esistenza ma approda, infine, dentro l'uomo stesso.